Autore: Arch. Laura Meloni
48 gg
Ore 7.50 a.m.
Non nascondo che riflettere in queste condizioni se pur necessario mi riesce non senza difficoltà. Questo tempo dilatato mi spinge più a trovare memorie nascoste dal ritmo concitato della vita così detta normale.
Ma il brusio continuo, l’ansia che sale rispetto all’imminente fase due mi porta quasi mio malgrado a pensare agli spazi collettivi che ci troveremo di nuovo a condividere.
Sono 48 giorni che sono confinata a casa con la mia famiglia, mio marito e due bambini di 11 e 8 anni. L’ultima volta che siamo usciti insieme era il 10 marzo, il compleanno di nonna Anna, le abbiamo fatto gli auguri dalla pineta, da lontano. Noi viviamo nel centro storico, senza giardino, senza terrazzo. Alle 18,30 di ogni giorno facciamo ginnastica tutti insieme ed i miei figli prendono caramelle alla vitamina D. Hanno paura di uscire, me ne rendo conto, ma con una grande forza vanno avanti, tra compiti e collegamenti on line con i loro amici. Siamo fortunati, me ne rendo conto, ma non riesco ad immaginare come tutto questo inciderà sulle loro vite. A Giovanni manca la possibilità di incontrare fisicamente i suoi amici, la partita a calcio in pinetina più di tutto, a Sergio la scuola e i nonni, la loro casa, le sue cose. A me le camminate sulla pista, respirare pensare un attimo in solitudine.
In questo periodo di pandemia ci siamo resi conto che il modello di vita a cui siamo abituati ha dimostrato tutti i suoi limiti e che è necessario cambiarlo e adeguarlo al futuro prossimo. In un primo momento abbiamo tutti pensato che fosse un periodo transitorio che sarebbe finito presto, poi abbiamo capito che la situazione assumeva un aspetto più complicato e diventava tutto più lungo e infine abbiamo preso coscienza che il momento della fine e quindi della ripresa prevedevano un ripensamento delle nostre abitudini.
Siamo in un momento di rivoluzione sociale, culturale e ovviamente anche economica con un impatto fortissimo sulle nostre vite e dobbiamo pensare che è necessario trasformare questo momento difficile e complicato in un’opportunità per lo sviluppo di nuovi modelli di vita, per questo anche nel nostro piccolo dobbiamo confrontarci, abbiamo bisogno l’uno delle competenze dell’altro. Io propongo delle piccole trasformazioni, delle linee guida che la mia professione mi rende naturale immaginare, sarebbe necessario e meraviglioso che ognuno proponesse le proprie.
Questo momento di transizione ha bisogno di pensare a spazi di vita, ovvero spazi per fruire di una socialità nuova, più diradata, prudente e sicura. Il bisogno di uscire dalle nostre abitazioni e ritrovarci necessita di spazio, ampio, verde, nuovo. In questo colgo opportunità per pensare alla scuola, ai parchi pubblici, ai boschi con nuovi paradigmi. Di seguito vi propongo alcuni punti:
1) Ciclopolitana
2) Scuola all’aperto
3) Ampliamento dei Parchi Urbani
4) Ampiamento del Centro Sportivo di Casenuove
5) Foresta Urbana ed Extra Urbana
sono tutte realizzabili "quasi a costo zero", esse oltre a rappresentare soluzioni per convivere nell'attuale fase covid getterebbero anche le fondamenta per una visione del paese verso un’offerta turistica che potrebbe aiutare anche la nostra debole economia.
In estrema sintesi “Oggi che tutti abbiamo sperimentato una condizione eccezionale, non c’è momento migliore per osare lo straordinario."
1) CICLOPOLITANA: la ristrutturazione della pista ciclabile Fiuggi Paliano prevista e già finanziata, la realizzazione della pista urbana a fiuggi ed il collegamento con la riserva di canterno, potenzieranno ulteriormente la presenza di ciclisti e turisti già a dire il vero abbastanza numerosi. Tuttavia, così come è strutturata la pista, il paese non riesce ad intercettarne “il traffico” e questo a parer mio rappresenta un’occasione persa. Con l’obiettivo di cambiare questo modello la proposta prevede la realizzazione di una pista ciclopedonale protetta che dalla Ex Stazione vada verso Viale Roma passando a ridosso della Biblioteca, e la realizzazione di un altro tratto sempre protetto che dalla Ex Stazione si diriga verso il centro sportivo di Casenuove. E’ prevedibile che le piste ciclabili siano tra le prime infrastrutture ad essere finanziate. Un altro sfioccamento realizzabile a costo zero potrebbe essere rappresentato dalla realizzazione di una zona 30 che dalla casa di Agostino vada su strada verso viale Roma, Corso Umberto, Centro Storico per poi scendere sulla circonvallazione e ritornare sul tratto Fiuggi Paliano. Tale tour potrebbe essere incentivato da una cartellonistica interattiva collegata ad una app dedicata di realtà aumentata. Il vantaggio di tale intervento è quello di portare un flusso di persone a fruire della ricchezza storico artistica, culturale, paesaggistica ed enogastronomica del paese di Acuto.
1) SCUOLA ALL’APERTO: Vivere il più possibile all’aria aperta in sicurezza sarà il tema nella fase di transizione di convivenza con il virus. La scuola di Acuto fu ideata e progettata insieme ad un parco che la circondava totalmente. La “pineta” purtroppo dagli anni 60 è stata vista più come spazio disponibile che come ricchezza da curare e accrescere. Prima la costruzione della scuola materna, l’ambulatorio poi le casupole della sip e del deposito poi ampliato, sempre ai danni della pineta, e ristrutturato come centro anziani. Il campo da bocce e i terrazzamenti pensati per accogliere le feste estive. Negli anni ‘80 vennero abbattuti tantissimi alberi per ospitare la nuova sala consiliare, lavori poi interrotti e la successiva sistemazione nota e amata dai bambini come piazzetta gialla. Come non parlare di un altro intervento, forse il più devastante, tutt’ora previsto, la costruzione di una palestra al posto dell’area verde retrostante la scuola. Verde invece quanto mai necessario in questa fase della nostra vita, prima di tutto perché occorrerà distribuire i bambini nelle pinete in maniera più diffusa per evitare troppo affollamento a ridosso dei giochetti o della piazzetta gialla. Potrebbe essere utile quindi, attrezzare anche le altre aree a ridosso delle scuole. Inoltre i nuovi paradigmi educativi invitano sempre più spesso a ripensare lo spazio-lezione travalicando i confini fisici delle aule.
Una panoramica sulle istituzioni educative più all’avanguardia, in realtà, ci aiuta a capire che le ‘aule all’aperto’, come il progetto A.LA.S. (Aree Laboratoriali di Sensorialità), possono rappresentare il setting idoneo per esperienze di apprendimento complete e coinvolgenti, in cui la sensorialità diventa il canale privilegiato per la costruzione del pensiero riflessivo e delle competenze. Fortunatamente oggi le cose stanno cambiando di nuovo e la ricerca nazionale, cavalcando l’onda della cultura ecologica della sostenibilità da un lato e quella del rinnovato interesse per il concetto di spazio come elemento educativo dall’altro, sta riscontrando ampio interesse nel riproporre il tema dell’ambiente esterno come luogo di apprendimento in continuità con l’apprendimento in aula. Tutto questo, in questa fase assume certamente un aspetto di estrema attualità che merita evidentemente ulteriori approfondimenti.
Per salvare la pineta dietro la scuola si potrebbe costruire la palestra nel piazzale antistante, con un tetto giardino accessibile sia dalla scuola materna che dalla pineta e dalla scuola media. Costruire la palestra in modo che diventi una vera e propria struttura polivalente cerniera tra i diversi gradi scolastici. Il vantaggio sarebbe anche quello di realizzare spazi porticati osmotici fra le diverse attività all’aperto.
3) AMPLIAMENTO DEI PARCHI URBANI La peculiarità di Acuto è che da un punto di vista topografico-urbanistico il centro storico medioevale attraverso il borgo ottocentesco si lega senza soluzione di continuità ai diversi ampliamenti degli anni ’70-’80. L’effetto dissonante che spesso si ha in altri paesi è attutito dalla presenza della “Pineta” che funge da barriera osmotica tra il centro storico e l’espansione edilizia avvenuta per esempio lungo via capodimonte, nella zona dietro l’edificio scolastico. Casenuove è sempre rimasta separata dalla Via Prenestina il cui attraversamento rimane un elemento critico soprattutto per i più piccoli. Se ai due tratti di ciclopolitana su descritti si aggiungesse un ampliamento del parco a ridosso delle attrezzature sportive di Viale Roma si otterrebbe una ricucitura urbana immediata con facile superamento delle terribili pendenze di Via Santa Maria de Mattias e Via Luisa Verdecchia. Tale intervento richiederebbe l’esproprio del terreno confinante con il parco giochi esistente.
Stato attuale
Idea di progetto
4) Ampiamento del Centro Sportivo di Casenuove Con l’arrivo della pista ciclopedonale il centro sportivo dovrebbe essere potenziato con spogliatoi e servizi più efficienti e soprattutto con l’installazione di un pavimento adeguato alle attività sportive essenziale sia per aumentare le attività ed il livello delle stesse ma soprattutto per mettere in sicurezza l’attuale assetto. Nel periodo invernale inoltre sarebbe interessante predisporre una pista di pattinaggio su ghiaccio. Intervenendo in questo modo potrebbe essere anche pensabile dare in gestione il centro e creare così uno o due posti di lavoro.
5) Foresta Urbana ed Extra Urbana Implementazione di nuove piantumazioni in luoghi strategici come intorno al centro sportivo di Casenuove e Viale Roma, della pineta sulla strada del Cimitero vera e propria porta verso la montagna. Ri-naturalizzare alcune zone di Acuto attraverso lo sviluppo di foreste urbane. Queste aree urbane riprogettate in chiave green attraverso la capacità naturale delle piante di abbattere le sostanze inquinanti, ripristinare il suolo e lo spazio alla fruizione della comunità, e trasformare le aree marginali in veri e propri hub verdi all'interno della città, per esempio la zona delle case popolari. Ampliare il “giardino” a ridosso della Chiesetta della Santissima. Ripristinare le aree del vecchio rimboschimento andate a fuoco. Curare i boschi, luoghi che siano a disposizione di tutta la comunità, non solo in funzione delle operazioni di taglio ma anche con un’ottica di riforestazione del bosco stesso. Bonificare dal Piombo l’area di Colle borano, cessare l’attività di tiro a piattello. Tanti i canali di finanziamento per queste operazioni una su tutte è OSSIGENO della Regione Lazio.
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